OpenAI sceglie AWS: 38 miliardi di dollari per blindare la corsa all'IA

Un mega accordo settennale con Amazon Web Services per garantire l'accesso immediato a infrastrutture di calcolo su vasta scala, essenziale per lo sviluppo di modelli di Intelligenza Artificiale sempre più potenti.

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11/4/20251 min read

OpenAI e Amazon Web Services (AWS) hanno siglato un accordo monumentale del valore di 38 miliardi di dollari e della durata di sette anni per la fornitura di servizi di cloud computing. Questa mossa strategica è destinata a ridefinire gli equilibri nella corsa globale all'Intelligenza Artificiale (IA) generativa.

L'accordo è una chiara dimostrazione di come la potenza di calcolo sia diventata il vero e proprio collo di bottiglia strategico nell'ambito dell'IA. Per sviluppare modelli sempre più potenti e complessi, OpenAI necessita di un accesso immediato e su vasta scala a centinaia di migliaia di GPU e a cluster ottimizzati, un'infrastruttura che solo pochi colossi del cloud come AWS, Microsoft e Google possono fornire.

La scelta di AWS da parte di OpenAI segna la fine dell'esclusiva con Azure di Microsoft e rafforza notevolmente la posizione di Amazon nel mercato delle infrastrutture AI. Come sottolineato dal CEO di AWS, Matt Garman, l'ampiezza e la disponibilità immediata dell'infrastruttura AWS sono fattori unici per supportare i vasti carichi di lavoro di OpenAI.

Tuttavia, l'accordo crea anche un paradosso nel mercato: Amazon, infatti, finanzia contemporaneamente Anthropic, diretta concorrente di OpenAI. Questo posizionamento consente ad Amazon di fornire l'infrastruttura sia al leader di mercato che al suo principale sfidante.

Questa centralizzazione della potenza di calcolo in pochi grandi attori solleva interrogativi sull'accesso, la sicurezza e l'indipendenza della ricerca nel campo dell'IA, ma conferma inequivocabilmente che la partita per la leadership si gioca non solo sull'innovazione software, ma soprattutto sulla disponibilità di infrastrutture di calcolo su scala planetaria. AWS e OpenAI puntano a rendere operativi i nuovi sistemi entro la fine del 2026, con l'obiettivo di garantire un'infrastruttura resiliente, scalabile e ad altissima efficienza energetica.