Cybercognitivismo: il fattore umano causa 7 cyber attacchi su 10

Un'analisi approfondita rivela che la maggior parte degli incidenti di sicurezza informatica è attribuibile a errori umani, sottolineando l'importanza della formazione e della consapevolezza.

SICUREZZA INFORMATICA

5/13/20252 min read

Un'analisi approfondita del panorama della sicurezza informatica mette in luce un dato allarmante: il fattore umano è responsabile di ben 7 cyber attacchi su 10. Questa statistica evidenzia come, nonostante i progressi tecnologici nella protezione dei sistemi, la vulnerabilità principale risieda spesso nelle azioni e nelle decisioni degli individui.

Il cybercognitivismo, disciplina che studia l'interazione tra la cognizione umana e la sicurezza informatica, fornisce un quadro concettuale per comprendere come i processi mentali, i bias cognitivi e le emozioni influenzino il comportamento degli utenti online. Errori come cliccare su link di phishing, utilizzare password deboli o non aggiornare il software sono spesso alla base di violazioni della sicurezza.

Le ragioni di questa elevata incidenza del fattore umano sono molteplici:

  • Mancanza di consapevolezza: Molti utenti non sono pienamente consapevoli dei rischi online e delle tecniche utilizzate dai criminali informatici.

  • Sovraccarico di informazioni: La quantità di avvisi di sicurezza e di richieste di azione può sopraffare gli utenti, portandoli a compiere scelte errate.

  • Bias cognitivi: I bias cognitivi, ovvero errori sistematici nel pensiero, possono indurre gli utenti a sottovalutare i rischi o a fidarsi di fonti non attendibili.

  • Pressione e urgenza: Gli attacchi di phishing spesso sfruttano la pressione e l'urgenza per indurre gli utenti a compiere azioni impulsive.

  • Distrazione e stanchezza: La distrazione e la stanchezza possono compromettere la capacità di giudizio degli utenti, rendendoli più vulnerabili agli attacchi.

Per ridurre l'incidenza del fattore umano negli incidenti di sicurezza, è fondamentale investire in:

  • Formazione e sensibilizzazione: Programmi di formazione efficaci possono aumentare la consapevolezza degli utenti sui rischi e fornire loro le competenze necessarie per riconoscere e prevenire gli attacchi.

  • Interfacce utente intuitive: Progettare interfacce utente chiare e intuitive può ridurre la probabilità di errori accidentali.

  • Automazione e semplificazione: Automatizzare le attività di sicurezza e semplificare i processi di autenticazione può ridurre il carico cognitivo sugli utenti.

  • Approccio "zero trust": Implementare un modello di sicurezza "zero trust" che non si fidi di default di nessun utente o dispositivo, richiedendo una verifica continua dell'identità.

  • Cultura della sicurezza: Promuovere una cultura della sicurezza all'interno delle organizzazioni, in cui la sicurezza informatica è considerata una responsabilità condivisa.

Affrontare il fattore umano è essenziale per migliorare la sicurezza informatica. Investire nella formazione, nella consapevolezza e in soluzioni tecnologiche che tengano conto dei limiti cognitivi degli utenti può ridurre significativamente il rischio di attacchi.